lunedì 22 settembre 2014

Chiacchierando con l'autore #2: MIRIAM MASTROVITO

Oggi ho il piacere di intervistare la mia amica scrittrice Miriam Mastrovito, autrice di Reborn.





A. Benvenuta nel blog "L'essenziale è invisibile agli occhi", Miriam! Ti va di presentarti brevemente?

M. Innanzitutto grazie per l’ospitalità. Mi chiamo Miriam, sono autrice, editor freelance e blogger. In sintesi i libri sono la mia vita.

A. Quali sono i tuoi libri preferiti?

M. Troppi per poterli elencare tutti. Tra quelli che occupano un posto speciale nel mio cuore ci sono sicuramente la Torre Nera di Stephen King, 1984 di George Orwell, Nessun Dove di Neil Gaiman, Alice nel paese della Vaporità di Francesco Dimitri.

A. Qual è il tuo scrittore preferito?

M. Stephen King.

A. Com'è nata la tua passione per la scrittura?

M. Penso sia nata con me, ho cominciato a scrivere storie quando avevo cinque anni, nel momento esatto in cui ho imparato  a scrivere. Prima di allora adoravo inventarle lasciandole vagare nella mia testa, così come prima di imparare a leggere mi piaceva ascoltare gli adulti che leggevano per me.

A. Chi o che cosa ti ispira scrivere?

M. La vita. Anche se può sembrare strano, perché scrivo prevalentemente storie fantastiche, traggo l’ispirazione da tutto ciò che mi circonda e anche dal mio mondo interiore.

A. Come sviluppi un romanzo? Crei delle scalette oppure utilizzi un altro metodo?

M. I romanzi nascono nella mia testa e il processo di gestazione può durare anche anni. In quest’arco di tempo mi aiuto con schemi e scalette per fissare alcune idee. Mi dedico alla stesura vera e propria solo quando la trama è ormai chiara nella mia mente. Quando inizio a scrivere, accade puntualmente che i personaggi comincino ad agire autonomamente e a scompaginare un po’ la scaletta guidandomi verso svolte impreviste, ma questa è un’altra storia…

A. Con quale racconto o romanzo hai esordito?

M. Il mio primo testo a essere letto in pubblico e premiato è stato un racconto, si chiamava “Message in the bottle”. Si è classificato primo al Premio Montesacro per la narrativa inedita nel lontano 1989. Avevo sedici anni.

A. A quale tuo libro sei più legata? Per quale motivo?

M. Reborn, di tutti i romanzi che ho scritto è quello che più mi rappresenta. Lo considero inoltre una sorta di testamento spirituale perché contiene la mia visione sulla vita e la morte e su ciò che ci aspetta dopo. Quando non ci sarò più, le persone che mi hanno amato potranno ritrovarmi tra le pagine di questo libro.

A. Tra i tuoi personaggi quale preferisci e perché?

M. Iuri perché è la parte migliore di me.

A. I tuoi genitori ti hanno sempre sostenuta in questa tua passione?

M. Sì, anche se non sempre mi approvano e, a volte, hanno preso le distanze da ciò che ho scritto. Se non scrivessi fantasy e affini, mi apprezzerebbero di più perché tendono a considerare certi generi di serie B.
Temo però di non poterli accontentare.

A. Stai lavorando a qualche progetto futuro al momento?

M. Sì, ho iniziato a scrivere un nuovo romanzo.

A. Cosa secondo te non può assolutamente mancare in un libro perché resti impresso nel cuore del lettore?

M. Per restare impresso un libro deve suscitare emozioni, non importa quali, ma emozioni forti.

A. Secondo te, le case editrici danno poco spazio agli autori emergenti?

M. No, le piccole CE pubblicano quasi solo emergenti, difficilmente possono permettersi un autore famoso. Su ciò che hanno da offrire e se a un emergente possa convenire davvero pubblicare con loro potremmo discutere a lungo…

A. Saluta i nostri lettori con una delle tue citazioni preferite.

M. "Scrivere è un'occupazione solitaria. Avere qualcuno che crede in te fa una grande differenza".
(Stephen King)




Grazie infinite a Miriam per averci aperto le sue porte, averci permesso di conoscerla un po' di più e alla sua disponibilità. A breve la recensione di Reborn

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